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Report mensile
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Gli indici sui massimi, l’oro in corsa… e un interrogativo che aleggia tra i presenti: “Com’è possibile che corra tutto insieme? Dov’è finita la vecchia regola delle correlazioni?”
La sala del Circolo si accende subito di quella tensione che si respira solo quando c’è qualcosa di grande da capire. Il Capitano accoglie il Professore tra scroscianti applausi virtuali e battute pungenti, ma dietro il tono leggero si intuisce che l’appuntamento di settembre non sarebbe stato come gli altri.
“Perché stavolta,” spiega Massimo con un sorriso che non lascia spazio a dubbi, “l’ordine di battaglia cambia. Niente lunghe analisi a monte e operazioni alla fine: prima mettiamo a terra le strategie, poi andremo a connetterci con il mercato.”
Un’inversione che ha il sapore della sfida: mettere le mani sul campo di battaglia subito, e solo dopo rivelare la mappa del terreno.
I presenti si scaldano, i “presente!” scorrono in chat come soldati che rispondono all’appello, e la provocazione del Capitano non tarda ad arrivare: “Così rimane agli atti, sapete che teniamo il registro…” Il tono è ironico, ma il messaggio è chiaro: la disciplina prima di tutto.
La puntata si apre con un cambio netto: le operazioni vengono mostrate prima. Non è teatro, ma un test sul campo: dare subito strategia e numeri, e solo dopo ricostruire il quadro macro.
Il menu è subito ricco: un’operazione sull’S&P500, uno strangle e un vertical sull’oro e infine una vendita di put ATM sull’ETF cinese FXI.
Ma prima di entrare nel vivo, Massimo mostra il lavoro dietro le quinte: Lorenza tiene aggiornato il file con tutte le operazioni del Circolo, registrate da giugno 2024. Ogni trade, ogni numero, è lì, visibile.
“Non è che ogni idea finisce dentro,” puntualizza Massimo, “noi registriamo solo ciò che realmente inseriamo. Così i conti restano chiari per tutti.”
Da giugno 2024 abbiamo registrato una sola operazione in perdita, quella sul petrolio stoppata mesi fa: “Ricordate il famoso pillolone?,” dice il Capitano.
I presenti si scaldano, i “presente!” scorrono in chat come soldati che rispondono all’appello, e la provocazione del Capitano non tarda ad arrivare: “Così rimane agli atti, sapete che teniamo il registro…”
Il tono è ironico, ma il messaggio è chiaro: la disciplina prima di tutto.
La puntata si apre con un cambio netto: le operazioni vengono mostrate per prime. Non è teatro, ma un test sul campo: dare subito strategia e numeri, e solo dopo ricostruire il quadro macro.
Il menu è subito ricco:
Tre mosse semplici, calibrate: non un assalto alla baionetta, ma fuoco mirato, piazzato per resistere a eventuali scossoni.
Si torna al punto di partenza. Indici ai massimi, oro in corsa. Un quadro che non torna.
Il Professore prende la parola: “Per anni ci hanno insegnato che gli indici e l’oro si muovono in direzioni opposte: quando l’uno sale, l’altro scende. Eppure, oggi li vediamo correre insieme. Non è un caso: è un segnale.”
E così il Circolo si sposta dalla trincea operativa alla torre d’osservazione. Perché solo capendo il terreno su cui si combatte, le mosse acquistano senso.
Gli indicatori di sentiment parlano chiaro:
Gli indici lo confermano: S&P500 rompe i massimi storici, il Nasdaq vola sostenuto dall’entusiasmo sull’IA, il Russell 2000, più vicino all’economia reale, non è da meno.
“Risk-on totale,” sintetizza Manlio. “Gli investitori non hanno paura. Non ancora.”
Eppure, dietro l’euforia, spuntano due crepe.
Il grafico è impietoso: la linea delle offerte di lavoro scende sotto quella dei disoccupati. Non accadeva dal 2021.
A peggiorare il quadro arriva la revisione del Bureau of Labor Statistics: quasi un milione di posti in meno rispetto alle stime precedenti.
Massimo scuote il capo: “Vuol dire che il polmone che teneva viva l’America non funziona più come prima. Non è ancora recessione, ma il respiro si fa corto.”
Un campanello che i mercati fingono di non sentire, ma che la Fed non può ignorare.
L’altro fronte è l’inflazione. Il PCE, l’indicatore preferito dalla Fed, è stato rivisto al rialzo, dal 2,7% al 3%.
“Appiccicosa,” la definisce il Professore. “Scende, ma non abbastanza. È la situazione peggiore per la banca centrale: se abbassi i tassi rischi di alimentarla, se li alzi rischi di bloccare il PIL.”
È qui che si spiega l’anomalia oro + indici:
Due motori diversi, ma che oggi spingono lo stesso veicolo.
Massimo mostra le curve dei Treasury a due e dieci anni. Entrambe sotto i Fed Funds.
“Quando i rendimenti rimangono troppo a lungo sotto i tassi ufficiali,” spiega Manlio, “la storia insegna: la Fed deve cedere. Prima o poi i tassi scendono.”
Il Capitano aggiunge una battuta che fa sorridere la sala: “Ecco perché Trump scrive a Powell ogni giorno. Lo chiama Mr. Too Late. Il messaggio è semplice: non puoi aspettare ancora.”
Ma dietro l’ironia resta la sostanza: i mercati sono in pressing, e il tempo per la Fed stringe.
Il nuovo software Insider entra in azione. Nei due mesi passati, l’espansione sembra regnare. Ma restringendo lo zoom all’ultimo mese, ecco il colpo di scena: la stagflazione emerge come forza dominante.
Massimo lo sottolinea: “Ecco perché non siamo andati a strike troppo aggressivi. La superficie è brillante, ma le fondamenta iniziano a scricchiolare.”
Il Professore aggiunge: “Capire i regimi non è accademia, è operatività pura. Sapere se siamo in reflazione o stagflazione cambia il modo in cui posizioni le tue opzioni. Ti permette di essere nel posto giusto quando lo scenario cambia.”
In recessione l’oro sale per il suo ruolo rifugio. In stagflazione vince due volte: copre la debolezza del PIL e beneficia dei tassi reali in calo.
“È il regime più favorevole per l’oro,” spiega Manlio. “Ecco perché abbiamo costruito sia lo strangle che il vertical: vogliamo cogliere valore restando protetti.” Massimo aggiunge: “Non ci interessa inseguire l’esplosione. Ci interessa restare nel mezzo, raccogliere premi e proteggere il capitale.”
Poi lo sguardo si sposta a Oriente.
La Cina cresce ancora del 5,2% annuo, ma con inflazione negativa (-0,4%).
“Questo significa che la gente aspetta a comprare,” spiega Massimo. “Perché acquistare oggi se domani costa meno?”
Il Professore completa: “Il nodo è la domanda interna. Le esportazioni tengono, ma senza consumi interni robusti il motore gira a metà. Il governo lo sa e userà tutte le leve fiscali e monetarie per sostenere la crescita.”
Ecco perché la put venduta su FXI ha senso: “Se veniamo assegnati, lavoreremo l’indice in pancia. Ma sul lungo periodo la visione resta positiva.”
E così il cerchio si chiude: indici e oro insieme non sono un enigma, ma la rappresentazione plastica di un mondo a metà strada tra reflazione e stagflazione.
Due facce della stessa moneta. Due segnali che solo letti insieme danno la misura del tempo che viviamo.
Il Capitano guarda la sala e conclude: “Ecco perché vi abbiamo mostrato prima le operazioni. Perché non sono numeri in aria: sono figlie di questo quadro. La disciplina non è rigidità, è capacità di cambiare quando il contesto cambia.”
Il Professore annuisce: “Non si tratta di indovinare il futuro, ma di restare pronti. Il mercato non perdona chi dorme.”
Massimo sorride: “Il nostro compito resta sempre lo stesso: costruire probabilità e proteggere il capitale. Questa è la missione del Circolo. Restate connessi: la battaglia è appena cominciata.”
Gli indici corrono, l’oro brilla, i mercati gridano cambiamento.
Chi rimane fermo viene travolto.
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Massimo De Gregorio & Manlio D’Ortona
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