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“Prof, buonasera! Sempre puntuale come le tempeste nei venerdì di mercato!” esordisce Massimo, accogliendo il Professore con il suo sorriso ironico. “E come Trump, quando decide di twittare…” ribatte Manlio, tra le risate virtuali della sala.
Il clima è leggero, ma bastano pochi minuti per capire che questa puntata non sarà una serata qualunque. C’è molta operatività, più del solito, ma ciò che cattura davvero l’attenzione è la corrente che la muove: notizie improvvise, segnali macro contraddittori, mercati che reagiscono come un mare in burrasca. “Questa volta,” aggiunge il Capitano, “non partiamo dalle strategie, ma dal vento. Perché prima di issare le vele, bisogna capire da dove arriva la tempesta.”
Tutto comincia con una frase: un post su Truth del Presidente degli Stati Uniti, lanciato nello spazio digitale come una miccia accesa in pieno oceano. “Dazi fuori di testa!” Intima! Ed è bastato quello.
Alle 17:00, ora italiana, il mare dei mercati cambia colore: l’S&P 500 scende a picco, il VIX si impenna come un’onda improvvisa, e gli indici cinesi vengono travolti. “Trump è tornato market mover!” osserva il Professore. “E quando parla lui” replica Massimo, “il mercato non ascolta, reagisce.”
Sulle rotte delle materie prime si alza la tempesta: rame e argento si piegano alla burrasca industriale, mentre l’oro, come un vecchio veliero che conosce ogni corrente, continua la sua rotta inarrestabile. Non è più un riflesso di paura: è un cambio di corrente.
Il dollaro non perde forza, ma perde la bussola; e in quella deriva l’oro conquista il timone come nuovo bene rifugio globale, simbolo di un mondo che cerca ancora una direzione stabile nel mare aperto dell’incertezza.
“Quando c’è così tanto rumore,” riflette Manlio, “è come cercare di bloccare un coltello che cade.”
“Già,” aggiunge il Capitano, “e se non stai attento, lo afferri dalla lama invece che dal manico.”
Un mormorio di approvazione attraversa la sala, è un concetto che gli studenti del Circolo conoscono bene, ma che vale la pena ricordare ogni volta. Quando la tempesta si alza, la tentazione è reagire, virare di colpo. Ma chi naviga da tempo sa che non si ferma un’onda con le mani: si osserva la direzione del vento, si stringono le vele e si lascia passare il fronte senza perdere la rotta.
È la stessa logica che guida l’intero Metodo Insider: leggere la corrente, non forzarla; lasciare che sia la probabilità a dettare la bussola e non l’ego del timoniere.
Dopo la burrasca, il mare sembra calmo, ma solo in apparenza, sotto la superficie, le correnti dei regimi economici spingono in direzioni diverse, e chi vuole navigare a lungo deve capire in quale mare si trova, non solo dove soffia il vento oggi.
“Guardate cosa mostra il Market Detector,” spiega il Capitano indicando le slide, “nelle finestre 21–42 giorni: recessione, deflazione e stagflazione restano in testa alla classifica. L’espansione c’è, ma non riesce ancora a trainare la nave”. “È come avere il vento in poppa,” aggiunge il Professore, “ma a raffiche. Ti fa muovere, ma non ti porta lontano.”
Gli anticipatori, le famose “onde corte” che misurano accelerazioni e decelerazioni, raccontano che la stagflazione sta rallentando più in fretta (un buon segnale), mentre l’espansione decelera lentamente (ancora meglio). Il risultato? Un mare increspato ma coerente, dove la turbolenza fa parte del ciclo.
I prezzi dell’S&P 500, gonfiati da un entusiasmo che non trova pieno riscontro nei dati macro, restano alti come vele tese in eccesso, con un P/E sopra 23, ben oltre le medie storiche.
Il mercato sembra festeggiare, ma chi legge le carte sa che l’euforia non è mai un porto sicuro.
“Non dobbiamo indovinare il punto d’arrivo,” conclude Massimo, “ma costruire posizioni che respirino con il mare. Il nostro compito non è prevedere il meteo: è tenere la rotta anche quando cambia il cielo.”
Nel mare incerto dei mercati, c’è una nave che non si ferma mai: l’oro.
Scende l’indice? L’oro sale. Rimbalza l’indice? L’oro sale lo stesso. Trump urla? L’oro sale.
C’è pace in Israele? L’oro sale ancora.
“Non è più paura,” commenta il Professore, “è comportamento strutturale.”
“Il dollaro non perde forza reale,” aggiunge il Capitano, “ma qualcosa di più sottile: il suo primato simbolico, la sua leadership.”
Sempre più investitori e banche centrali cercano una copertura “meta-valutaria”, un rifugio che non dipenda dal debito di nessuno.
E così, senza clamore, l’oro torna a essere bussola e ancora di un mondo che non si fida più delle rotte disegnate dai governi.
Per il Circolo, il messaggio è chiaro: le posizioni sull’oro — che siano vertical, strangle o coperture — vanno trattate come vele di stabilità, non come scommesse direzionali.
Si aprono quando il vento cambia, si chiudono quando la tempesta passa.
Come ripete spesso il Capitano: “Non si lotta contro il mare. Si impara a navigarlo.”
La domanda di Massimo cade come un’ancora nel silenzio.
È breve, diretta, e mette tutti davanti a un bivio: chi ha il coraggio di entrare, ma anche la disciplina per proteggersi? “Entrare non è una scommessa,” spiega, “è una scelta che si prepara. E per noi, la regola è una: entrare sì, ma coperti.”
Nel Circolo non cerchiamo verità assolute: seguiamo procedure.
Regole da marinaio che servono a non farsi travolgere quando il mare si agita.
Questo vuol dire tre cose:
Una delle operazioni mostrate nasce proprio da questa filosofia: la Panzerfaust, una tecnica trattata nei corsi Rendite Strategiche. Non tutti la conoscono nei dettagli, e per questo il Capitano la spiega con semplicità.
“Useremo l’ETF, non il future,” precisa. “Così tutti potranno partecipare, anche i portafogli più piccoli.
Costruiremo un sintetico per abbattere i costi finanziari, e ci daremo un orizzonte lungo — circa 830 giorni. Una traversata vera e propria.”
La Panzerfaust è come una nave blindata: una chiglia profonda che dà stabilità e un paranco che assorbe i colpi. Se la tempesta travolge, la protezione limita i danni; se il vento cambia e torna il bello, la nave accelera e sfrutta la corrente. Nella puntata, Capitano e Professore hanno mostrato tre tranche immaginate nel tempo, con scenari ipotetici di –20% e –30%, e un payoff che migliora man mano che si media la posizione.
Non è magia: è gestione in progress, fatta di scelte, numeri e disciplina.
“La Panzerfaust non è per tutti,” avverte il Capitano, “ma è per chi vuole imparare a restare in mare quando gli altri rientrano in porto. La costruiamo insieme, la seguiamo insieme. Ogni pillola sarà una mappa per chi vorrà vederla crescere passo dopo passo.”
“Se l’oro è il veliero,” scherza il Professore, “l’argento è il gommone.”
Più nervoso, più imprevedibile, ma anche più reattivo. Durante la burrasca cinese è stato travolto come un’imbarcazione leggera; il lunedì successivo, con il mare più calmo, ha recuperato oltre +7%.
Nel Circolo, la view resta laterale-rialzista di lungo periodo: l’argento è ancora sottovalutato rispetto all’oro, e la domanda ciclica, unita ai vincoli di offerta, lascia spazio a un recupero graduale.
L’operazione proposta è semplice: una struttura direzionale coperta, un bull call spread su SLV con scadenze lunghe e rischio definito.
Niente forzature, niente ansia da ingresso perfetto: solo tempo a favore e una asimmetria controllata.
L’argento non si governa con la forza: si asseconda.
Si lascia correre quando accelera, si stringono le vele quando il vento cambia.
“E poi c’è la Cina…” sospira Massimo.
Il Professore annuisce. “Il mare dove le correnti si incrociano e la bussola impazzisce.”
È il punto del mondo in cui le notizie, la politica e l’economia si intrecciano come venti contrari.
Nei nostri modelli dedicati alla Cina, costruiti con la stessa architettura di Market Detector, stagflazione, deflazione e recessione dominano ancora la scena.
Gli anticipatori mostrano che la stagflazione rallenta (bene), ma la disinflazione resta lì, ostinata come una corrente di fondo.
Per questo, l’approccio resta cauto e difensivo.
Sulle posizioni già presenti in portafoglio, come l’ETF FXI, la strategia non è “fare di più”, ma fare meglio: osservare, attendere e lasciare che la probabilità costruisca il momento giusto per intervenire.
Nel mare cinese, non vince chi si muove per primo, vince chi resta a galla più a lungo.
Ogni puntata del Circolo è un viaggio.
Ci sono serate in cui si analizzano i numeri, altre in cui si osservano i venti, e poi ci sono quelle — come questa — in cui il mare decide di metterti alla prova.
Trump, la Cina, l’oro, la Panzerfaust: tutto si intreccia in una lezione unica.
Non puoi controllare la tempesta, ma puoi prepararti a navigarla.
“Il mercato cambierà ancora,” conclude il Capitano, “ma la nostra bussola resta la stessa: regimi economici, probabilità e disciplina.”
Il Professore sorride. “Il resto è rumore. E chi non sa filtrarlo… finisce per confonderlo con la direzione.”
Silenzio… poi un applauso, un altro viaggio è compiuto.
entra nel Circolo, impara a leggere il mare e proteggi il tuo capitale come un comandante protegge la sua nave.
Perché nel trading, come nella navigazione, non conta prevedere la tempesta, conta sapere cosa fare quando arriva.
Massimo De Gregorio & Manlio D’Ortona
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